Napoli, le quattro mosse vincenti di Spalletti

Dopo tre partite di CAMPIONATO e una di EUROPA LEAGUE, e soprattutto dopo aver apprezzato la RINASCITA di una SQUADRA già bella nei contorni ma finalmente GAGLIARDA e mai doma dopo un paio d’anni d’isterie e capricci, NAPOLI ha capito la differenza tra fiction e realtà. Già: in pochi mesi, SPALLETTI ha CONQUISTATO tutti, ma proprio tutti con il lavoro e soprattutto con la capacità di essere un allenatore in grado di determinare, cambiare, decidere e gestire con la naturalezza dei grandi. E pensare che quando DE LAURENTIIS firmò il suo ingaggio, a fine maggio, la maggioranza assoluta dei tifosi azzurri reagì storcendo muso e naso sulla scorta di mere sensazioni personali carpite soprattutto attraverso il video. ANTIPATIA televisiva senza fondamenti tecnico-tattici, insomma. Mal di fiction sopraffatta oggi da una realtà che da un lato vede la squadra brillare con tre vittorie in altrettante partite di campionato e un pareggio in rimonta in Europa League; e dall’altro la città godere dello spettacolo, seppur non ancora pronta a sognare a briglie sciolte. SAGGIO e giusto, probabilmente neanche il NAPOLI ha capito dove può arrivare, ma una cosa è chiarissima: SPALLETTI s’è già preso la SQUADRA e la CITTÀ. E ora, chissà a cos’altro starà pensando.
NAPOLI, PLEBISCITO PER SPALLETTI
E allora, la METAMORFOSI in nome del calcio. Sì, diciamola bene: non è che ci fossero chissà quanti presupposti tecnico-tattici per scagliarsi contro la scelta di puntare sul signor Luciano per il dopo GATTUSO, ma oggi a scandire i ritmi della vita ci sono anche la tivvù e i social e così capita di incappare in strane situazioni. E strana, anzi molto bizzarra era la DIFFIDENZA che la maggioranza del popolo azzurro mostrava nei suoi confronti prima ancora di mettere piede in campo; discorsi da bar dello sport o da social network, appunto, e dunque le medesime piazze che oggi esplodono di consensi, applausi e anche standing ovation. Al nuovo allenatore è bastato cominciare a GIOCARLE, per dimostrare come si sta in panchina e come si gestiscono le difficoltà in corsa; è bastato metterci la logica e la sagacia tattica; la sua esperienza e il suo mestiere per creare un Napoli in grado di lottare fino all’ultimo senza perdere la testa.
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